Boaz, figura di Cristo?

Il personaggio di Boaz si inserisce nel racconto biblico nel periodo dei Giudici, e troviamo il suo nome legato a quello di Rut, donna alla quale la Bibbia dedica un'intero libro.

Ricordiamo che Boaz fece valere un suo diritto sulla vita di Rut: Rut era rimasta vedova di suo marito e visto che il defunto era figlio di un uomo che non aveva avuto eredi, la legge ebraica prevedeva che il parente più prossimo potesse inserirsi nella genealogia per garantire alla famiglia una discendenza. C’erano parecchi requisiti che un uomo doveva avere per poter essere un parente-redentore.

Prima di tutto deve essere un parente prossimo. Dall’inizio sino alla fine nel libro di Rut, Boaz ci viene presentato come parente della famiglia di Elimelec, il suocero di Rut.
Anche il Signore Gesù è per noi un parente prossimo, perché ha preso su di sé la nostra umanità.

«Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita.
Infatti, egli non viene in aiuto ad angeli, ma viene in aiuto alla discendenza di Abraamo. Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo.
Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati»
 
(Ebrei 2:14-18).

Il Signore Gesù è venuto a far parte della nostra famiglia umana, «egli venne in aiuto alla discendenza di Abraamo.»  Sempre nella lettera agli Ebrei, ci viene detto anche che Egli «...può avere compassione verso gli ignoranti e gli erranti, perché anch’egli è soggetto a debolezza»   (Ebrei 5:2).

Gesù ha sperimentato che cosa voglia dire essere un uomo:

«ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sotto la legge; affinché noi ricevessimo l’adozione»,

scrive Paolo ai Galati (4:4-5). Vedete, Cristo è venuto quaggiù e facendosi uomo, è morto sulla croce per i nostri peccati ed è risuscitato il terzo giorno. Sapere che Gesù è venuto come uomo in questo mondo è un conforto, perché possiamo sapere con certezza che ha sperimentato la nostra condizione. Lui ci conosce e conosce anche te, ti conosce meglio dei tuoi amici, dei tuoi genitori, di tua moglie o di tuo marito. Ti conosce meglio di te stesso. Per questo motivo, Egli ti può aiutare.

La motivazione per cui Dio divenne uomo è riassunta da una parola: redenzione. Il Signore Gesù Cristo ha preso su di sé la nostra umanità e il nostro peccato, Egli è il nostro Redentore, il parente più prossimo!

In secondo luogo, il parente-redentore doveva sia “voler” salvare che "essere in grado" di salvare. C'era anche un altro parente di Naomi, che però non voleva sposare Rut e disse apertamente a Boaz: «Io non posso far valere il mio diritto, perché rovinerei la mia eredità; subentra tu nel mio diritto di riscatto, poiché io non posso avvalermene.» Boaz al contrario era desideroso di farlo, egli voleva riscattarla, perché amava Rut.

Tu ed io abbiamo oggi un Redentore che ci ama. Perché? Non c’è una spiegazione. Paolo dice in Romani 3:24:

«ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù.»

«Fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio» 
(Ebrei 12:2).

Così vediamo che il Signore Gesù, come nostro Redentore, era desideroso di salvarci. Voleva farlo, per amore. Era un sacrificio voluto per la nostra salvezza.

Vogliamo raccontarvi una storia.Molti anni fa, negli Stati Uniti, un edificio si incendiò. Una donna si aprì un varco ed entrò lì dentro in mezzo all'incendio. Ebbe un collasso e morì bruciata. Un giornale titolò: «Povera disgraziata muore suicida.» In seguito, la testata corresse il tiro, scusandosi. Sapete perché? Perché, mentre si scavava nelle macerie, fu trovato in una stanza interna un lettino di ferro, dove era adagiato un bambino, il figlio della morta. La donna era entrata nella casa in fiamme per salvare il suo bambino, non certo per suicidarsi. Quella madre amava suo figlio e lo voleva salvare. La stessa cosa ha fatto Gesù  per noi, caro lettore, cara lettrice, è diventato volontariamente il nostro Redentore, sacrificandosi perché ci amava e voleva salvarci.

Ritornando ai requisiti che doveva presentare un parente-redentore, ricordiamo che doveva "essere in grado" di redimere. È meraviglioso avere un parente che è in grado di firmarti un’assegno che non verrà respinto, un parente che viene e ti dice, ”Ti riscatterò”.

Io e te abbiamo un Parente così. Avete mai notato quante volte viene detto nella Bibbia che il Signore Gesù è in grado di salvare? Nella Lettera agli Ebrei, ad esempio, leggiamo:

«Perciò Egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro» 
(Ebrei 7:25).

Egli è il nostro grande Parente con il potere di salvare. Ciò era vero anche per Boaz, che senza dubbio era un uomo ricco.
Per quanto riguarda il Signore Gesù non c’è mai da domandarsi se è o no in grado di salvare. Per riscattarci dai nostri peccati, fu inchiodato ad una croce. Egli può salvare:

«Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto la terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre» 
(Filippesi 2:9-11).

Egli può salvare, e lascia che ti dica che può salvare te. La domanda cruciale è: Ti ha salvato? Egli lo vuole fare, ma lo farà solo se tu vai a Lui.

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