Il Figlio prodigo e la gioia

Questa sicuramente rappresenta una delle parabole più conosciute ed amate; la troviamo al capitolo 15 di Luca:


«Un uomo aveva due figli. Il più giovane di loro disse al padre: "Padre, dammi la parte dei beni che mi spetta". Ed egli divise fra loro i beni.
Di lì a poco, il figlio più giovane, messa insieme ogni cosa, partì per un paese lontano, e vi sperperò i suoi beni, vivendo dissolutamente.
Quando ebbe speso tutto, in quel paese venne una gran carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno.
Allora si mise con uno degli abitanti di quel paese, il quale lo mandò nei suoi campi a pascolare i maiali.
Ed egli avrebbe voluto sfamarsi con i baccelli che i maiali mangiavano, ma nessuno gliene dava.
Allora, rientrato in sé, disse: "Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame!
Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi".
Egli dunque si alzò e tornò da suo padre; ma mentre egli era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione: corse, gli si gettò al collo, lo baciò e ribaciò.
E il figlio gli disse: "Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio".
Ma il padre disse ai suoi servi: "Presto, portate qui la veste più bella, e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei calzari ai piedi; portate fuori il vitello ingrassato, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato". E si misero a fare gran festa.»


Questa aria di festa gioiosa si respira in tutto il Vangelo di Luca, nel quale l'autore dà molto spazio al tema della gioia.

Fin dal primo capitolo, notiamo Zaccaria, Elisabetta e Maria che esultano per la consapevolezza di essere partecipi del disegno di salvezza di Dio. In seguito, solo per citare alcuni casi, i settanta discepoli tornano dalla loro missione con gioia (10:17), Zaccheo accoglie Gesù con gioia, gli apostoli dalla gioia si stupivano nel vedere Cristo risorto e infine, il Vangelo conclude con la scena dei discepoli che tornano a Gerusalemme per adorare con gioia.

Come il ritorno del figlio fu motivo di gioia, ancora oggi in cielo si gioisce quando un uomo riconosce di aver sbagliato nei confronti di Dio
.
Gesù avrebbe poi detto:

«... v'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si ravvede»  (Luca 15:10).

Il padre del figlio prodigo disse: «... facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita; era perduto, ed è stato ritrovato.»
La gioia di Dio per l'uomo comincia al momento della sua conversione e durerà per tutta l’eternità. Dio desidera riprendere ad avere una comunione con ogni uomo e ogni donna sulla terra.

Coloro che vogliono mettere in ridicolo il messaggio del Vangelo descrivono il paradiso come un posto estremamente noioso e per questo dicono di preferire l’inferno, perché lì troveranno una compagnia più divertente.
Nel Vangelo di Matteo, troviamo un piccolo assaggio di come, invece, sarà il paradiso: «Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore» (Matteo. 25:21). Il paradiso è entrare nella gioia di Dio.
Riusciresti a trovare un luogo migliore di questo?
E tu, vorresti trascurare un dono così prezioso?

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